Tito Lucrezio Caro (Campania, 99 a.C. - Roma, 55 a.C.) è stato poeta e filosofo latino, sostenitore della dottrina materialista e della scuola epicurea.
La più grande opera di Lucrezio, il "De rerum natura", fu scritta in esametri e suddivisa in sei libri: probabilmente non fu finita.
Libro I: inno a Venere; spiegazione dei principi generali della filosofia epicurea: gli atomi, le parti ultime della materia, aggregazione e disgregazione: nulla muore, nulla nasce e tutto si conserva.
Libro II: teoria del clinamen, ovvero la deviazione degli atomi dal loro corso. Per una qualche legge può succedere che un atomo si allontani dal suo moto e vada a scontrarsi con altri atomi (formazione del mondo). Questa teoria, inoltre, rende possibile il libero arbitrio dell'uomo, il quale è arteficie del proprio destino.
Libro III: spiegazione di come l'anima e il corpo siano entrambi costituiti da atomi ed entrambi destinati a morire.
Libro IV: gnoseologia epicurea: teoria dei simulacra, secondo la quale alcuni atomi si stacchino dall'oggetto conosciuto per colpire i sensi del soggetto conoscente. Spiegazionedelle immagini nei sogni; spiegazione della passione d'amore.
Libro V: esposizione della mortalità del mondo, analizzandone il processo di formazione; moto degli astri e sue cause.
Libro VI: spiegazione incerta dei vari fenomeni fisici (i fulmini, i terremoti, ...) separata dalla volontà divina. Sulla descrizione dei vari eventi catastrofici viene narrata la terribile peste scatenatasi ad Atena nel 430 a.C., con la quale l'opera si chiude bruscamente.
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